CIVITA DI BAGNOREGIO RIAPRE IL 23/05/2020

civita

In base alle decisioni comunali finalmente Civita di Bagnoregio (regione Lazio) riapre al pubblico!

Sabato 23 maggio 2020 sarà di nuovo possibile visitare la magica “città che muore”.

Valgono le regole generali del distanziamento mentre, in base all’ordinanza regionale del 19 maggio 2020, le escursioni guidate di gruppo sono possibili garantendo la distanza di due metri.

Vi aspettiamo!!!

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UNA GIORNATA A CIVITA E ORVIETO

guida turistica civita di bagnoregio

Tutto il gruppo di Ciorlano (Caserta) con il quale ho trascorso una bella giornata in Tuscia, con la visita guidata di Civita di Bagnoregio e Orvieto.

Questa foto è stata scattata al Belvedere di Civita e sullo sfondo si scorge la bellissima città che muore!

Grazie a Carmine e a tutto il comune per aver scelto la bella Tuscia come tappa del loro tour. Il soggiorno è stato reso ancora più piacevole con il pernottamento sul pittoresco lago di Bolsena.

A presto!

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GUIDA TURISTICA MONTEFIASCONE

guida turistica montefiascone

La città di Montefiascone è posta in cima ad un colle sul fianco del cratere del Lago di Bolsena a 640 metri di altezza sul livello del mare e da questa posizione privilegiata si ha visione di un paesaggio ineguagliabile, che va dal Mar Tirreno ai Monti dell’Umbria e alla conca del lago con le sue bellissime isole Martana e Bisentina.

La fertile vallata che lo contorna racchiude orti, uliveti, vigneti che danno luogo alla produzione vinicola dell’acclamato Moscatello denominato “Est!Est!!Est!!!”.
Da vedere e visitare a Montefiascone: la Rocca dei Papi, della seconda metà del 1200, restaurata ed abbellita, è spesso utilizzata per manifestazioni culturali; laCattedrale di S.Margherita, facilmente individuabile da ogni parte della città; la sua maestosa cupola è, in effetti, la terza più grande in Italia per il diametro interno; laBasilica romanico-gotica di S.Flaviano, sorta nell’XI secolo. Nella terza cappella della navata sinistra della chiesa di S.Flaviano è visibile una lapide in onore diGiovanni Defuk, nome legato alla storia del vino di Montefiascone.

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GUIDA TURISTICA VITERBO

guida turistica viterbo

Viterbo è la mia città e io la considero un gioiello di architettura medievale. Visitare Viterbo significa scoprire in ogni angolo uno scorcio suggestivo, una piazzetta medievale, una fontana caratteristica, un reperto etrusco, una bottega antica e, checché se ne dica, tanta gente ospitale!

Un pò di storia: Viterbo è una caratteristica e tranquilla città medievale, cinta da mura, le cui origini risalgono agli Etruschi i quali fondarono il loro abitato nei pressi del Duomo della città, dove ancora oggi restano tracce di mura. Dopo la conquista romana e la distruzione del centro etrusco, venne rifondata nei secoli successivi dai Longobardi proprio sui resti del vecchio insediamento (da qui l’etimologia del termine Viterbo, laVetus Urbs). Attraversata dalla via Francigena, ricca di palazzi, chiese, torri, quartieri medievali, Viterbo è definita la Città dei Papi, per aver ospitato a partire dal XIII secolo diversi pontefici che qui risiederono per soggiorni più o meno brevi.

Cosa vedere a Viterbo: il centro storico e cuore della città è il quartiere medievale di San Pellegrino, uno dei più intatti d’Europa, un vero gioiello di contrada duecentesca, ricco di fascino e suggestione, fatto di piazzette, case dell’epoca, vie strette e tortuose, archi e caratteristici “profferli”. Notevole l’edificio dominante piazza San Pellegrino, Palazzo degli Alessandri, dell’importante famiglia sostenitrice della fazione guelfa. Imponente è piazza del Plebiscito dominata dal Palazzo dei Priori con il  seicentesco cortile interno dove sono custoditi alcuni coperchi di sarcofagi etruschi. Di grande incanto piazza di S. Lorenzo in cui si apre il suggestivo scenario costituito dal duomo di San Lorenzo, il duecentesco Palazzo papale e la Loggia delle benedizioni.  Nel Palazzo Papale di Viterbo si è svolto il più lungo conclave della storia della chiesa, durato dal 1268 al 1271. Ci vollero infatti quasi tre anni, dopo la morte di Clemente IV, per la fumata bianca dell’elezione di Gregorio X.

Ma Viterbo è anche la “Città delle belle donne e delle belle fontane” (dalle tipiche forme a fuso) e  una terra ricca di sapori e di tradizioni che si ispirano a quelli della civiltà etrusca; e proprio nella continuità e nel potenziamento di quella tradizione qualitativa  si caratterizza l’attuale produzione della Tuscia. Piacevole e interessante, lungo l’itinerario di visita di Viterbo, la sosta presso locali di artigianato e punti di degustazione, nel centro storico della città, dove i turisti possono trovare prodotti lavorati a mano (come la ceramica) e assaggiare prodotti tipici.

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GUIDA TURISTICA BOLSENA

Bolsena
Dopo una visita a Civita di Bagnoregio si può proseguire per Bolsena (circa 20 minuti di auto).
Direttamente sulle rive del pittoresco Lago di Bolsena, il più grande tra quelli d’origine vulcanica in Europa e il quinto per dimensioni in Italia, Bolsena è la città dei miracoli e la patria del Corpus Domini. La storia, le tradizioni e l’arte di Bolsena sono legate alle vicende di Santa Cristina, figlia del prefetto della città al tempo dell’imperatore Diocleziano, che a soli 11 anni aveva abbracciato la fede cristiana contro la volontà del padre, il quale ordinò per questo di metterla a morte. Il corpo della Santa finì nel 1078 nelle catacombe cristiane sottostanti il tempio che in seguito è diventato la collegiata di Santa Cristina, chiesa romanica del XI secolo, con un superbo campanile del XIII secolo che svetta su tre piani di bifore. Legato in maniera inestricabile al luogo di sepoltura di Santa Cristina è il miracolo del Corpus Domini, avvenuto nel 1263, quando un prete boemo, Pietro da Praga, mentre celebrava la Messa, venne colto dal dubbio sulla transustanziazione (l’effettiva trasformazione in carne e sangue del vino e dell’ostia consacrati). Fu in quel momento che l’ostia che il sacerdote aveva in mano cominciò a sanguinare, bagnando il corporale e macchiando il marmo del pavimento. Il corporale segnato dal miracolo fu portato in processione a Orvieto, dove risiedeva Papa Urbano IV che, l’11 agosto 1264, promulgò la Bolla che istituiva la festa del Corpus Domini, immortalata nell’insuperabile affresco di Raffaello nelle stanza vaticane. Da non perdere la solenne processione che si snoda ogni anno a Bolsena, per la festa del Corpus Domini, lungo le vie del borgo sopra un tappeto di artistiche infiorate lungo ben tre chilometri. Inoltre il 23 e 24 luglio si celebra la festa patronale dei Misteri di Santa Cristina. Sulle principali piazze del centro storico vengono eretti dei palchi sui quali sono allestiti dei quadri viventi, rappresentazioni sceniche affidate ai cittadini bolsenesi che, vestiti con costumi di epoca romana, muti ed in posizione statuaria, rievocano i misteri, ossia i momenti dei martiri cui fu sottoposta la giovane Santa. Bolsena vive anche di turismo ed è metà di molti villeggianti, spesso stranieri, che affollano tutto l’anno il borgo e le rive del lago.
 

GUIDA TURISTICA ORVIETO

guida turistica orvieto

Orvieto, l’etrusca Velzna, dorge su di una piattaforma tufacea alta tra i 20 e i 50 metri.

Il percorso di visita inizia dalla Rocca Albornoz, innalzata per volere del cardinale Albornoz nel 1364, nel tentativo di restaurare il dominio pontificio durante il periodo di permanenza dei Papi ad Avignone. Restaurato nel XV secolo, poi andato in rovina nei secoli, l’interno oggi è adibito a giardino pubblico.

In prossimità dei giardini è il famoso Pozzo di San Patrizio, il cui nome deriverebbe secondo alcuni dall’usanza dei frati serviti di sostare in fondo al pozzo per potersi purificare dalle proprie colpe (a imitazione delle pratiche mistiche del patrono di Irlanda), secondo altri dalla somiglianza con la grotta in cui il santo irlandese era solito ritirarsi in preghiera. Scavato per volontà di Papa Clemente VII nel 1529 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, doveva garantire un sicuro approvvigionamento idrico della città in caso di assedio. Una singolare struttura cilindrica profonda 62 metri con due rampe, una per la discesa e una per la salita, permetteva di non intralciare persone e animali da soma che si recavano qui per attingere acqua.

Attraverso Via Postierla si raggiunge la luminosa Piazza del Duomo, per ammirare una tra le più grandiosi realizzazioni architettoniche medievali in Italia. Il Duomo di Orvieto (dedicato a S. Maria Assunta) fu voluto da papa Niccolo IV nel 1290 per conservare il famoso corporale di lino insanguinato a seguito del miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1263. Fra Bevignate da Gubbio fu certamente il primo direttore dei lavori della costruzione, ma è con gli interventi del senese Lorenzo Maitani che si configura il nuovo impianto gotico. Sua è la splendida facciata cuspidata divisa in tre zone da quattro grossi piloni scanalati, decorati a basso ed alto rilievo da marmi con raffigurazioni del Vecchio e Nuovo Testamento, mentre altri illustri artisti finirono di impreziosire il prospetto del tempio sacro. L’interno, rinnovato sul finire dell’Ottocento con interventi fin troppo distruttivi, è formato da tre ampie e luminose navate. Dal braccio destro della crociera si accede alla notevole e notissima Cappella di San Brizio (1408-44), tra le più alte testimonianze della pittura italiana, rivestita di affreschi del Beato Angelico, di Benozzo Gozzoli e di Luca Signorelli, che qui realizza il capolavoro del Rinascimento italiano. Il tema sviluppato è quello del Giudizio Universale. Nel braccio sinistro della crociera si apre invece la Cappella del Corporale (1350-55), costruita appositamente per conservare la tovaglia di lino macchiata di sangue nel miracolo di Bolsena. Il reliquiario, un tempo destinato a racchiudere il corporale, coperto da placche d’argento, parti dorate e smalti lucenti, è uno dei capolavori dell’oreficeria italiana.

Percorrendo Via del Duomo, tra botteghe, negozi di prodotti tipici e locali caratteristici, si giunge di fronte allaTorre del Moro, medievale torre civica  e da qui a Piazza della Repubblica, probabile antico foro etrusco e romano, in cui si affaccia il grandioso Palazzo Comunale, costruito nel Duecento e rinnovato nel XVI secolo su progetto di Ippolito Scalza.

Fa da sfondo alla piazza la Chiesa di S. Andrea, primitivo edificio paleocristiano eretto sui resti di un’area sacra etrusca. La chiesa attuale, appartenente al XII secolo, viene rimaneggiata e rifatta tra XIV e  XVI secolo, mentre risale al 1926 il restauro della facciata e della medievale dodecagona torre campanaria ad essa accostata. L’interno, diviso in tre navate da colonne di granito orientale di recupero, ospita numerosi affreschi di scuola orvietana del XIV e XV secolo, un pulpito con decorazioni esterne a mosaico e il monumentale sepolcro dei Magalotti, opera di seguaci Arnolfo di Cambio.

Posta ad un’estremità della rupe si trova la fortificata Chiesa di San Giovenale, uno dei più suggestivi e antichi edifici medievali di Orvieto. L’interno romanico diviso in tre navate da colonne di tufo, ricoperte da un vasto ciclo di affreschi del XII e XIV secolo.

Tornati a Piazza del Duomo si può completare il giro con la visita ai musei che vi si affacciano: il Museo Claudio Faina, frutto del collezionismo archeologico di famiglia; tra numerosi oggetti relativi in gran parte alla civiltà etrusca e greca, vi si conserva la Venere della Cannicella, singolare statuetta in marmo greco databile al 530 a. C. e ritrovata presso il santuario dell’omonima necropoli. Il Museo Archeologico Nazionale, allestito nel primo Palazzo Papale, espone materiali provenienti in gran parte dalle necropoli etrusche e italiche del territorio orvietano; da segnalare le originali pregevoli pitture staccate dalle Tombe Golini nella necropoli di Settecamini.

Palazzo Soliano ospita al piano terra il Museo Emilio Greco, con una raccolta di opere donate alla città dall’artista siciliano.

Il Museo dell’Opera del Duomo contiene importanti opere pittoriche, sculture e arredi sacri provenienti dal Duomo e da alcune donazioni private, tra cui il prezioso Reliquiario della testa di San Savino, il Polittico con la Madonna e Santi e la Maestà di Simone Martini, la tavola con la Maddalena di Luca Signorelli e la grandeMaestà rimossa dal timpano del portale centrale del Duomo.

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Civita di Bagnoregio

Se hai deciso di visitare Civita di Bagnoregio leggi questa breve descrizione che ti aiuterà meglio a conoscerne la storia, sapere cosa vedere e a capire perchè viene chiamata la città che muore.

Civita di Bagnoregio è una meraviglia unica nel suo genere, un ciuffo di case medievali e una popolazione di pochissime famiglie aggrappate ad uno sperone di roccia tufacea e unita al mondo soltanto da un lungo e stretto ponte, costruito sull’ampia valle dei calanchi (creste di argilla), offrendo così al turista un’incantevole scenario.Viene spesso chiamata la città che muore (l’espressione fu usata dal poeta nativo di Civita Bonaventura Tecchi, ‘900) a causa dei lenti franamenti delle parti d’argilla.

La visita di Civita di Bagnoregio inizia percorrendo lo stretto ponte mozzafiato che ci conduce, sospesi sulla scoscesa vallata, al borgo arroccato. Attraversata la caratteristica porta si giunge alla chiesa di San Donato che, rimaneggiata nel corso del XVI secolo, conserva al suo interno un Crocefisso ligneo del ‘400 attribuito alla scuola di Donatello e ancora oggi usato per la suggestica processione del Venerdì Santo. Da ammirare alcuni palazzi medievali, i caratteristici profferli (balconi medievali viterbesi), la grotta della Madonna della Contrada Carcere (antica tomba etrusca) e i resti della casa di San Bonaventura. Una passeggiata lungo le piccole vie di Civita permette di scoprire piccole e graziose botteghe di artigianato locale e ricercare le rivendite di vino e olio di produzione locale, che è possibile gustare sul posto con assaggi di bruschette. E’ possibile visitare inoltre un vecchio frantoio del ‘500 ancora in funzione fino agli anni ’50 e la casa medievale dove fu girato Pinocchio nel 2008.